sonia bergamasco

Croce e delizia

le voci di Sandro Penna e Amelia Rosselli in concerto

di Sonia Bergamasco

I rappresentazione Roma, Auditorium parco della Musica – 21 febbraio 2008

“Croce e delizia di una concertista”
“Croce e delizia” è un titolo del 1958 poi assorbito nella raccolta delle “Poesie“ di Sandro Penna del1970. Riemerge all’Auditorium, in un concerto di Sonia Bergamasco dedicato al suo autore e ad Amelia Rosselli, una poetessa da lui diversissima e tuttavia, per misteriose vie, affine. Difficile, se non impossibile, trovare nella Rosselli la “strana gioia di vivere”, che fa tutta sua, di Penna. Ma tutti e due, il più semplice e la piu complicata, se questo aggettivo è lecito, risplendono nella pleiade romana della poesia del XX secolo. D’altra parte, né l’uno né l’altra sono i protagonisti del concerto. Ne è protagonista assoluta l’interprete, in cinquanta, fulminanti minuti di pura, astratta orchestrazione. Il modo di procedere della Bergamasco comincia a diventarmi familiare. Con I suoi testi ella ha un rapporto difficile, di devozione e intimo conflitto. È come se volesse liberarsene, sono d’ingombro (ingombro psicologico), occorre tornare leggeri. Così l’asse della ragione, lungo il quale la Bergamasco si muove al fine di controllare questo aureo fardello, questa “croce delizia” mostra a scatti la passione (o il sentimento) da cui la concertista è mossa, in un modo che vorrei definire singhiozzante, quasi doloroso. La prima volta che si siede al piano e suona un pezzo di Schumann si rimane perplessi. Perché non qualcosa di più moderno? Che c’entra Penna con Schumann? A Schumann seguono, a intervalli, un pezzo di Mozart e uno di Bartok. Poi qualcos’altro, che ignoro. Ma l’insieme risponde alla domanda che ci si era in modo istintivo posti. L’insieme trasforma in altro da sè i due poeti e i singoli pezzi musicali. “Croce delizia” è un concerto ovvero una performance tutta contemporanea di Sonia Bergamasco. L’equilibrio (la forma) viene dal corpo dell’interprete: che lascia le mani sospese sulla tastiera, che alterna voce e pianoforte, che somma l’una e l’altro, che poggia, sulla tastiera, i gomiti, che infine si alza in piedi, sul seggiolino posto davanti al suo strumento – infine libera, trionfante.
Franco Cordelli – Corriere della Sera 26.02.2008

“La valigia della poesia”
All’Auditorium due alte voci poetiche, Sandro Penna e Amelia Rosselli saranno fatte rivivere stasera da Sonia Bergamasco, un’attrice sorprendente per qualità e affinità elettive con geniali personalità del mondo artistico, scelta da registi che al cinema desiderano anche una complicità con il pubblico, come Giuseppe Bertolucci (L’amore probabilmente), Emanuela Piovano (Amorfù), Franco Battiato (Musikanten e l’ultimo, distribuito in dvd Niente è come sembra). Della “Meglio gioventu” ha rappresentato il lato piu oscuro e difficile. Ha lavorato accanto a Jodorowsky (“mi ha detto che ero incinta e non lo sapeva ancora nessuno, ero al secondo mese. Ha girato una carta e ha detto: aspetti una bambina”), con Carmelo Bene (“ho fatto con lui Pinocchio un anno e mezzo. Lui non voleva essere il maestro di nessuno, ma in effetti lo è stato. Voleva che la mia voce fosse quella di un baritono, voleva uno specchio. lo che al massimo avrei potuto essere un contralto). Sarà in Einstein di Liliana Cavani, in Bakhita di Campiotti e nella serie Quo Vadis Baby? di Guido Chiesa. Tra un film e l’altro ha continuato a suonare il pianoforte, diplomatasi oltre che al Piccolo di Milano con Strehler, anche al conservatorio Giuseppe Verdi. Suonerà per Penna e Rosselli musiche di Bach, Schumann, Mozart e Béla Bartòk: “il pianista è un atleta, dice, deve fare ore e ore di lavoro e il mio lavoro mi porta da altre parti. Mentre ho sempre continuato a lavorare come voce recitante, invece con il pianoforte ho lavorato saltuariamente e mi sono rimessa a studiare”. Così i due grandi poeti che scelsero Roma come la loro città definitiva torneranno non solo a parlare con la sua voce, ma intrecceranno le note poetiche con la musica. Uno spettacolo importante, che aveva già avuto un precedente all’Auditorium nel mese di novembre, dove Sonia Bergamasco era stata la voce recitante dello spettacolo “Tra musica e poesia” con brani di Auden e Edith Sitwell: “Quella serata aveva musiche di Walton e Britten, ma anche lì mi è stato chiesto di leggere Auden che veniva poi cantato da un cantante e nella seconda parte facevo un brano per voce, cantante, recitante e ensemble”. Tra i brani scelti vediamo Béla Bartòk, il grande studioso di musica popolare ungherese e rumena, che ha composto sulla base di canti popolari e sonorità tzigane, una elaborazione di cui abbiamo bisogno perché ci avvicina a queste culture così presenti a Roma: “la scelta musicale, dice, l’ho fatta in base al percorso poetico e Bartok appartiene alla Rosselli, alla sua ricerca sonora e linguistica e ai suoi interessi puramente musicali. Aveva studiato etnomusicologia e la ricerca di Bartok era al centro dei suoi interessi di etnomusicologa. Lo strano abbinamento Penna – Rosselli è stata una richiesta, e io ne sono contenta perché forse non li avrei mai pensati insieme e mi ha dato invece lo spunto per una riflessione profonda su queste due solitudini che poi invece hanno dei punti di connessione, delle assonanze che fanno venire quasi i brividi nella tematica, nelle parole scelte, nei colori scelti. Sarà un esperimento, quindi sarà tutto da verificare. Sono due estremisti, due integralisti della scrittura e dell’anima. In un certo senso forse queste cose si toccano. Ho frequentato spesso con un certo accanimento Amelia Rosselli anche prima, mentre Penna fa parte delle letture dell’adolescenza che si devono fare e che rimangono sempre nel cuore, l’ho ripreso adesso con un grandissimo piacere. Con Amelia Rosselli avevo avuto molte esperienze di lettura perché è una delle letture preferite in poesia. Avevo pensato proprio a delle letture in spettacolo anche con la musica, avevo fatto una serata dedicata a lei in cui compositori giovani avevano scritto musica su suoi testi. La sua particolarità è dovuta anche al trilinguismo che nasce dalla sua tragica esperienza di vita e che ha segnato fin da adolescente la sua scrittura partendo dal suono. Vive ogni lingua da musicista. Gli “errori” che Pasolini definiva “”lapsus” (lei si arrabbiava quando li definiva cosi): ecco, la bellissima prefazione che le fece Pasolini portò forse a ridurre al lapsus il tipo di processo della scrittura di questa nuova autrice. Sono contenta di temperare gli ardori della Rosselli con il diverso calore di Penna e forse la scrittura dell’uno può aiutare a comprendere l’altro. Non penso che la vita di Penna fosse un idillio, viveva il suo dolore con intensità, ma lo esprimeva in modo diverso ed è quel modo che va raccontato. Le storie personali ai poeti interessano poco. Data la libertà che mi è stata offerta penso a questa serata come una valigia da tenermi poi ben stretta per poterla riproporre. L’occasione musicale e poetica mi ha fatto pensare che era il momento per me di suonare per offrire una sorta di ritmo interrno alla poesia in modo che possa essere fruita in maniera più umana, perché una lettura poetica è qualcosa di estremamente duro, forte”.
Silvana Silvestri – il manifesto 21.02.2008

“Poesia e musica: al piano Sonia Bergamasco”
“Nata a Parigi travagliata nell’epopea della nostra generazione/fallace. Giaciuta in America fra i ricchi campi dei possidenti/e dello Stato statale./Vissuta in Italia, paese barbaro/Scappata dall’Inghilterra paese di sofisticati. Speranzosa/nell’Ovest ove niente per ora cresce.” Non si sa se questa fulminea e dolorosa autobiografia in versi di Amelia Rosselli è stata inserita, da Sonia Bergamasco, nel concerto di poesia e pianoforte, titolo “Croce e delizia”, che la giovane attrice, diplomata in pianoforte al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano e, in recitazione, alla Scuola del Piccolo Teatro diretta da Giorgio Strehler, terrà stasera (ore 21) al Teatro Studio dell’Auditorium Parco della Musica. Sonia, tra le nuove protagoniste del buon cinema italiano, è una delle più appartate – a mezzogiorno all’appuntamento al caffè Farnese si presenta a faccia lavata (può permetterselo) e cappottino blu da collegiale – ma anche una delle poche a prendersi quei rischi professionali che le sembrano giusti: dal ruolo della pianista che sceglie la lotta armata ne “La meglio gioventù” di Giordana, a quello di Elsa Lowenthal, seconda moglie di Albert Einstein, nel film diretto da Liliana Cavani, presto in onda sulla Rai. Ed anche l’evento di stasera è un piccolo azzardo. Spiega: “Quando Gianni Borgna mi ha proposto questo spettacolo di poesia e musica, io gli ho controproposto, anche perché detesto la musica di sottofondo di cui si abusa: “Ma perché qui, che siamo nel cuore dell’Accademia di Santa Cecilia, non posso suonare il piano, tutto sommato, mi sono diplomata?”.
“Si chiede più spettacolo alla poesia – scriveva Amelia Rosselli – ma la poesia non è per la scena…”. “Ma lei era una musicologa ed una musicista”, obietta Sonia, “ed io ho l’ambizione di intrecciare le parole della poesia con le note di Bach, amatissimo da Amelia, di Schumann, di Mozart e di Bartok…”. Con le sue mani che scorrono sulla tastiera, con la sua voce che dirà i versi “apollinei” di Sandro Penna, e quelli “dionisiaci” di Amelia. (I due aggettivi sono scelti da lei, Sonia, a caratterizzare l’identità letteraria dei due poeti in programma).
Adele Cambria – L’Unità, 21 febbraio 2008