L’anno scorso, il poeta Cosimo Ortesta mi regalò un’edizione dell’Hérodiade di Mallarmé, da lui magnificamente tradotta. Dopo avermi sentito leggere in pubblico alcuni frammenti dall’opera, mi spronò a pensare a una possibile realizzazione scenica. Quasi contemporaneamente, Francesco Giomi, con cui avevo già collaborato più volte in passato, mi chiede di proporre un nuovo progetto da sviluppare in collaborazione con Tempo Reale. Così nasce Esse di Salomé, nella forma di un “quadro musicale” in cui la voce si fa “corpo di teatro”. Il teatro di una voce allo specchio, il sogno di una voce riflessa nelle immagini linguistiche e sonore di Stéphane Mallarmè. Erodiade, la strega-fanciulla, si racconta in un monologo stracciato da continue incursioni (dai Sonetti e da Pour un Tombeau d’Anatole, da una scrittura vocale germinata dalla follia adamantina del testo e da una partitura di suoni elettronici che alimenta il corpo immaginario della lingua poetica). La voce, corpo di Erodiade, cerca sé stessa nella musica delle parole. Abbiamo cercato di inseguirla nella foresta dei segni di Mallarmé, raccogliendone i piccoli semi di una preziosa ironia, che si apre al presente e alla vita.

Sonia Bergamasco