un’idea di Sonia Bergamasco e Fabrizio Gifuni
I rappresentazione Roma, Concerti del parco, 18 luglio 2006
“Autobiografia di Mozart a ritmo di jazz”. Commenti e recensioni allo spettacolo
Un grande amante di Mozart, Sandro Gindro, musicista e psicoanalista, diceva che se il grande salisburghese fosse vissuto nel ‘900 ed avesse conosciuto la musica jazz la avrebbe utilizzata a piene mani e avrebbe composto molti brani in tale stile.
“I kiss your hands” catalogo semiserio delle lettere mozartiane, ne è la prova tangibile.
teatroteatro.it – luglio 2006
Semiserio è termine perfetto per definire questo materiale che i due attori, star del cinema, hanno messo in fila con un gusto particolare, per trovare dentro le lettere i frammenti più fulminanti e rivelatori di una vita vissuta in perenne stato di concitazione e frenesia. E per cercare insieme a Damiani, autore delle musiche preziosissime, una sorta di tempo interno alle parole che ribaltasse l’idea di narrazione, spostandolo nei territori di un riuscito impasto, davvero singolare, che ha il jazz dentro il codice genetico.
La nuova Sardegna – 28 Luglio 2007
Tra le note di jazz nasce una storia, un’altra e un’altra ancora, tante quante sono le lettere che Fabrizio Gifuni e Sonia Bergamasco narrano con efficacia in oltre un’ora di spettacolo. L’interpretazione della coppia conquista il pubblico, sedotto dalle parole che si fanno immagini così concrete da restituire l’essenza del genio: dissacrante e irrequieta, romantica ed estasiata.
L’unione sarda – 29 Luglio 2007
L’eloquio degli attori, che si alternano e sovrappongono musicalmente, incastrando le loro tonalità di soprano e baritono, riporta in vita Amadeus anche grazie al contrappunto straordinario di Danilo Rea, Gianluigi Trovesi e Paolo Damiani, il meglio che il panorama jazzistico possa offrire oggi.
Ognuno dei cinque artisti sul palco meriterebbe il proscenio per una serata giocata in a-solo, noi li abbiamo tutti e cinque insieme!
Kinematrix – luglio 2007
I quadri compositivi di Paolo Damiani e i momenti d’improvvisazione del trio Damiani – Marcotulli – Trovesi hanno creato un’opera d’arte contemporanea, dove Amadeus appare attuale e mai scontato.
L’unione sarda – 29 Luglio 2007
Uno spettacolo singolare, delicato e insieme pieno di passione che rivela una solida idea primigenia. Gifuni e la Bergamasco sono eleganti e queste lettere scivolano sui loro corpi senza trasformarsi mai in niente che assomigli a una caratterizzazione. E’ materia viva dentro una partitura che emoziona per la sua precisione.
La nuova Sardegna – 28 Luglio 2007
Risultato riuscito che ha entusiasmato il pubblico accorso allo spettacolo.(…)
In poco meno di novanta minuti, il collettivo sul palco ha meravigliosamente introdotto gli astanti alla scoperta dell’uomo Mozart, personaggio tanto lontano da forme di divismo, quanto affascinante ed umano, interpretandone alla perfezione l’epistolario.
Il Manifesto – 24 Agosto 2008
… pienamente riuscito, sia per la scelta dei testi che per la bravura dei protagonisti, gli attori Fabrizio Gifuni e Sonia Bergamasco e i musicisti Paolo Damiani, Danilo Rea e Gianluigi Trovesi, con la perfetta compenetrazione fra testo e musica.
L’Unità – 24 Agosto 2008
“Mozart riletto in chiave jazz. Ed è subito successo”
Due attori eccellenti, tre jazzisti fra i più noti per giocare con Mozart l’altra sera sul palcoscenico del Ciak. Titolo dello spettacolo “I kiss your hands”, lettere del compositore a una cuginetta, alla moglie e ad altri, scelte con la voglia di mostrare l’altra faccia, quella burlesca, ironica dell’uomo, come se lo si volesse cavare del mito per esporlo in tutta la sua fragile umanità. Protagonisti Sonia Bergamasco e Fabrizio Gifuni, il compositore Paolo Damiani, autore delle musiche e al violoncello, la pianista Rita Marcotulli e il clarinettista Gianluigi Trovesi. Lettura a due voci, intensa, venata da molte sfumature, per scoprire quanto il genio fosse prigioniero della sua stessa genialità e quanto dovesse soffrire per sopportare l’altezzosa protervia dei potenti. Si difendeva con lo sberleffo, con la parola becera, anche sboccata, con un umorismo doloroso che, alla fine lo lasciava esausto. Ottima la scelta delle lettere e ottima, forse inutile sottolinearlo, l’interpretazione della Bergamasco e di Gifuni, ma l’attesa era per la musica. Rileggere Mozart alla luce del jazz? Strapparlo dal suo tempo? Damiani ha scelto la strada più affascinante. Prendere la musica di Mozart e mischiarla con la sua, fondere melodie e armonie in una sorta di cammino sperimentale capace di dare nuova luce. Non certo a Mozart, ma al sentimento della sua musica riproponendola con fasi alterne in un fitto alternarsi di situazioni durante le quali l’acidulo clarinetto di Trovesi, il cello di Damiani e il piano della Marcotulli, hanno condotto il gioco con la stessa ironica furfanteria che traspariva dalle lettere. Ottimo successo.
Vittorio Franchini – Corriere della Sera – 6 Dicembre 2008