sonia bergamasco

Amelia Rosselli

Concerto di versi liberamente tratto da Amelia Rosselli


I rappresentazione 3 luglio 2014 – Bologna, Giardino della Memoria

concerto in versi di Sonia Bergamasco

 

Dentro la parola e al suo inseguimento. Nel suono e nel respiro della parola, e vinti – al suo cospetto. Il suono della parola; la parola della poesia.
Parola e musica. Una battaglia felice, impari, persa…vinta?! Comunque, senza regole stabilite, e senza tempo.
“Variazioni per Amelia e altro ancora” offre al pubblico la voce di Amelia Rosselli, che è musica nuda, luminosa e ferita a morte, e quella contemporanea di chi scrive queste note.
Ho composto per la scena una silloge di versi intitolata “Questo valzer leggero”, intrecciandola in dialogo lieve e misterioso con la voce di un pianoforte: frammenti da Bach, Chopin, Grieg, Schoenberg e Cage – da me interpretati – si dipanano nella tela di un concerto di poesia che si fa voce, e corpo teatrale.

 

Sonia Bergamasco

Audiolibro – Sossella Editore

A viva voce

 

Jean-Luc Nancy in quella pagina esemplare di All’ascolto scrive che ascoltare significa penetrare in quello spazio da cui si è nel contempo aperti: perchè l’ascoltare si apre in noi tanto quanto attorno a noi, e a partire da noi tanto quanto verso di noi: si apre in noi così come fuori di noi. Ed è per questa doppia, quadrupla o sestupla apertura che un sè può avere luogo. Essere in ascolto vuole dire essere aperti dal di fuori e al di dentro: l’io per lo specchio del tu, dall’uno nell’altro per l’altro. L’ascolto è la divisione che fonda la partecipazione, la separazione che determina il contagio. La voce, sembrerà azzardato, è anche la forma, il senso, più attuale della parola “scrivere” nell’accezione moderna elaborata a partire da Proust, Adorno, Benjamin fino a Blanchot, a Barthes e all’archi-scrittura di Derrida – non è altro che far risuonare il senso al di là del significato. Questo lo capisce anche un bambino, significa vocalizzare un senso che pretendeva di restare, nell’autorità unica, sordo, muto, riducendosi all’immobilità del segno. Che cosa significa leggere in silenzio senza intendere il timbro di una consonante senza risonanza? Francis Ponge scrive che non solo ogni poesia, ma qualsiasi testo comporta, cum-porta, la propria dizione. Che cos’è lo stile? Non posso non ricordare ancora una volta Vittorio Gassman, un maestro con cui ho determinato, leggendo, rileggendo, registrando, cancellando, registrando di nuovo e ancora, la (mia) fondazione della voce. Lo stile è la tonalità, il colore, l’andatura, sì, tendiamo sempre al numero e all’armonia che la voce, principio di astrazione, fonda, sparendo, nel corpo, per la carne che risuona. Il luogo della parola che ci ospita e non ci com-prende, ci lascia imprendibili, invitati che invitano l’invitante: quel luogo è l’essenza della voce, riconoscere la lingua che da altri ci parla significa pronunciare l’implacabile legge dell’ospitalità.

 

Luca Sossella

le voci di Sandro Penna e Amelia Rosselli in concerto

 

di Sonia Bergamasco

 

I rappresentazione Roma, Auditorium parco della Musica, 21 febbraio 2008